Il primo passo per la definizione del progetto è stato quello dell’ascolto: un’architettura inserita in un contesto estremo come quello dell’alta montagna va pensata seguendo le istanze del contesto stesso, ascoltandone le logiche: le pendenze, il tipo di terreno, l’orientamento, la direzione dei venti. Il progetto riprende la disposizione interna dei bivacchi esistenti: sono state recuperate la pianta rettangolare e la disposizione a U dei letti, esempi di economicità spaziale.

Si è voluto rispettare anche a livello visivo gli attuali bivacchi, che ad oggi rappresentano un punto di riferimento radicato nella tradizione di quelle vette: per tale ragione si è scelto il colore rosso per gli esterni. Questa scelta garantisce la massima visibilità e riconoscibilità. Partendo dalla forma semplice del parallelepipedo, il volume del bivacco è stato ottimizzato, tagliandolo con due piani inclinati e rendendo i prospetti lunghi di forma esagonale. In questo modo si evitano sprechi di spazio, ottenendo anche una forma architettonica sfaccettata e caratterizzante.

Oltre alla forma esterna, un altro dialogo con il contesto viene ricercato all’interno: le due vetrate sono posizionate agli opposti, una nella parte alta, rivolta verso nord, e l’altra verso sud. In questo modo i fruitori potranno sempre godere di una doppia visuale, una verso le vette e le stelle, e una verso valle.

Lo spazio interno, seppur di dimensioni limitate, è studiato per garantire una separazione tra la zona giorno e la zona notte. La prima, da cui avviene l’accesso al bivacco, è attrezzata con una panca, sotto la quale trovano posto due sedute mobili e un tavolo con gambe telescopiche, e una zona con scaffalatura e spazio per deposito materiali. La zona notte ospita invece 11 letti, con la possibilità di ricavarne uno in più per situazioni di emergenza, collegando i due letti più alti con una rete.

  • Committente

    Concorso di progettazione indetto dal C.A.I. sezione Fiamme Gialle

  • Anno

    2023

  • Localizzazione

    Dolomiti trentine

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